Eccoci qui. Finalmente di nuovo in ufficio, perché diciamocelo, alla fine le vacanze sono una gran fatica! Ci siamo lasciati a luglio con alcune riflessioni dedicate ad un possibile stand perfetto: forse non esiste, ma alcuni accorgimenti da tenere a mente in qualità di espositore possono sicuramente aiutare.
Colore e luce, li abbiamo affrontati. Veniamo ora all’organizzazione interna dello stand.
Altre regole fondamentali per l’espositore in fiera
Quando il visitatore si trova davanti al vostro stand non sempre riesce a farsi una chiara mappa mentale di quanto sia grande e cosa ci sia da vedere: se meriti entrare o no. Per questo in generale l’espositore ricorre ai ring o alle americane sospese e decorate, che in qualche modo creano un cappello, un perimetro aereo, capace di dare evidenza all’ampiezza sottostante. Questo tipo di soluzione, certamente efficace, entra però in conflitto con la questione del budget, del quale sono una strenue avversaria: non è sempre vero che “più è caro, più è bello”.
Nel rapporto tra interno ed esterno, tra l’essere nella corsia e decidere di entrare nello stand, giocano molto le pareti perimetrali: alcuni stand sono centripeti, cioè creano una sorta di guscio rispetto l’esterno, e, una volta dentro, il visitatore perde cognizione del contesto per concentrarsi su quello che vede. È certamente la situazione migliore che un espositore può scegliere, anche se il rischio che il visitatore non entri per nulla è alto! D’altra parte, uno stand totalmente aperto potrebbe confondersi con quelli adiacenti e risultare dispersivo. Il mio suggerimento? Siate coraggiosi o siate prudenti. Voi sapete qual è la finalità per cui esponete. Voi conoscete il messaggio che state passando, quindi nessuno meglio di voi sa se serva più “un salotto” o “una piazza”.
Regola 3: trovare l’idea
Provate ad usare le metafore: sono bellissime. Servono a dare un’idea di qualcosa che non c’è o a condividere la vostra visione con chi magari è chiamato a fare il progetto. “Vorrei uno stand come un’astronave, come un’isola in mezzo al mare, come un albero sotto cui stare all’ombra”, provate a fare questo esercizio a ritroso: l’ultimo allestimento fieristico che avete fatto, ricordava … e provate a trovare la metafora. Se viene in mente a voi, forse è rimasta impressa anche nei vostri visitatori. Se non vi viene, forse ci si può provare quest’anno! Non occorrono grandi budget, grandi progettisti, grandi metrature. Occorre far lavorare il cervello assieme al cuore. I progetti, quelli belli, sono il risultato di una necessità (il brief), di una valutazione (la cultura) e di una storia (la metafora) che messe assieme producono (solitamente) qualcosa di bello, che funziona e che aiuta l’espositore anche in tutte le decisioni secondarie.
Progettare lo spazio si differenzia totalmente da altre forme creative, per il fatto che nel suo insieme contempla anche le persone che lo abiteranno. Ecco il fattore “X”, di cui parlavo a luglio. Per quanto bello e funzionale possa essere uno stand, sono le persone dentro che faranno la differenza!
Regola 4: sviluppare il fattore “X”
Persone felici e motivate, sono l’ingrediente migliore per il successo! Per questo io sostengo sempre (molto di parte!) il ruolo dell’architetto, rispetto ad esempio a quello del grafico. Progettare uno stand non significa solo coordinare colori, font, immagini, disposizione degli oggetti. Significa progettare l’interazione tra le persone che abiteranno lo spazio. Posizionare un bancone sottende ad una relazione molto informale, asciutta. Viceversa, predisporre uno spazio un po’ più protetto, con delle sedute, magari più isolato acusticamente e meno luminoso, suggerisce una relazione più profonda, più favorevole al dialogo e all’instaurarsi di un rapporto più consolidato. Non sto a specificare che tra la scelta di uno sgabello, di una sedia, di una poltrona o di un divano, ci passa un trattato di psicanalisi!
Chiudo con una delle mie massime preferite: i progetti non sono colpi di fulmine sotto la doccia, sono il risultato di un ragionamento, di un processo di valutazioni e di considerazioni. Non esiste un progetto bello, esiste un progetto giusto. Quindi il mio consiglio per voi espositori per il prossimo stand fieristico è: spendete meno e pensate di più!
Come sempre, Spandex può offrirti un intero catalogo di prodotti per creare il perfetto stand per te e i tuoi futuri visitatori.
Prodotti e link menzionati nell’articolo
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Mi presento, sono Paola Coronel, architetto, docente del Politecnico di Milano, consulente da anni di Spandex e di 3M a livello globale. Dal 2000 le pellicole sono entrate nella mia vita professionale e da allora fanno parte del mio approccio alla progettazione di interni. In questa rubrica, che Spandex Italia ha deciso di affidarmi, indagheremo ogni mese una nuova tematica. Cercherò novità e spunti di riflessione che possano essere di svago e supporto ai progetti lavorativi di tutti coloro che avranno la pazienza di leggermi.
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